giovedì 29 novembre 2018
Tyranny - Recensione
In tutte le storie narrate nei video giochi di ruolo dal 1980 ad oggi, c'è praticamente sempre stato un unico finale: indipendentemente dalla inclinazione buona o malvagia dei protagonisti che andremo a controllare e dalle difficoltà che questi dovranno affrontare, alla fine, le forze oscure vengono sconfitte e il bene trionfa. A rompere questa tradizione ci hanno pensato quelli di Obsidian nel 2016 con il loro Tyranny, gioco di ruolo old-school dove, almeno per una volta, saranno i cattivi a vincere.
Le armate della suprema signora Kyros hanno oramai sconfitto tutti i nemici e tra loro e il dominio totale del mondo c'è solo un piccolo lembo di terra difeso ostinatamente dai suoi abitanti. L'avanza trionfale dell'esercito si e' pero' fermata a causa dell'odio tra i due Arconti al comando delle due armate inviate a conquistare il territorio mancate: i disciplinati Disfavored e l'orda caotica Coro Scarlatto. Per sbloccare la situazione, Kyros ha promulgato un terrificante Editto magico: o i suoi eserciti conquisteranno l'ultima roccaforte della resistenza entro il giorno delle Spade, o ogni creatura vivente nella regione verrà sterminata. In qualità di Fatebinder, il nostro alter ego sarà inviato a comunicare la notizia agli Arconti, con il compito di assicurarsi che questi, volenti o nolenti, si mettano a collaborare tra loro.
Una delle prime cose che salteranno all'occhio di Tyranny e' la sua peculiare procedura di creazione del personaggio strutturata in due fasi. Nella prima dovremo compiere il classico processo di scegliere il sesso, l'aspetto, il kit classe base del nostro alter-ego digitale e spendere i vari punti abilità e skills visto in tutti gli altri titoli del genere. La seconda fase, chiamata Conquista, consiste in una serie di domande che andranno a determinare la storia precedente alla vicenda del gioco e le azioni intraprese dal nostro personaggio. Le scelte che faremo determineranno il nostro punteggio iniziale di Reputazione (ci torneremo tra poco) e in buona sostanza la base delle alleanze e delle inimicizie che andremo a creare. Se siete pigli e non vi va di leggervi qualche centinaio di righe in inglese (il gioco non e' tradotto nella nostra lingua) e' possibile saltarla del tutto scegliendo uno dei modelli preimpostati.
Il fulcro centrale di Tyranny e' tutto basato sulle decisioni prese dal protagonista durante il gioco, che andranno a modificare la reputazione che questo ha rispetto alle varie fazioni e NPC presenti, inclusi i compagni. Il sistema di reputazione si basa su i punteggi di Rispetto e Rabbia (Lealtà e Paura per i compagni) e oltre a determinare la reazione, favorevole o meno, nei nostri confronti da parte dei nostri interlocutori durante i dialoghi o gli incontri, permette anche di sbloccare alcune abilità al raggiungimento di un determinato punteggio in entrambi i rami. La cosa funziona parecchio bene nell'interazione con i compagni: una di queste abilità permette, ad esempio, di far volare in aria uno di loro colpendo il terreno, in modo che questi possa colpire dall'alto un bersaglio specifico.
Come conseguenza naturale del sistema di reputazione, a partire dal secondo atto saremo chiamati a scegliere da che parte stare: potremo allearci con i Disfavored, il Coro Scarlatto, i Ribelli o anche metterci contro tutti quanti e tentate l'ascesa al potere. Da ciò scaturiscono fuori 4 diverse quest line principali che garantiscono a Tyrany una ottima rigiocabilità. Del resto, prendendosela un po' comoda, per vedere l'end-game servono si e no una ventina di ore, molto poco rispetto agli altri titoli similari.
Ovviamente non mancheranno tutti gli elementi standard degli RPG classici: quest secondarie, scontri con le fazioni rivali, loot ed esplorazione delle rovine delle antichissime mura che circondano i vari territori, con le loro spire, altissime torri accessibili solo tramite l'attivazione di portali magici e che avranno un ruolo fondamentale per il finale della storia. Non mancheranno neppure i dialoghi, all'interno dei quali le nostre skills ci daranno accesso a linee aggiuntive (sempre se avremo il punteggio necessario) che permetteranno di risolvere in maniera diversa determinate situazioni: ad esempio, un personaggio abile nei Sotterfugi (l'equivalente dello Stealth) potrà raggirare i suoi interlocutori e convincerli a compiere determinate azioni.
Il gioco usa lo stesso motore di gioco di Pillars of Eternity, sebbene con uno stile grafico decisamente più semplice ma comunque molto elegante. Animazioni ed effetti speciali sono molto buoni, così come la qualità del parlato (peccato la mancanza di traduzione in Italiano), il tutto con un frame rate che non e' mai sceso sotto i 60, anche nei momenti più concitati.
Tyranny e' un tentativo di creare un gioco diverso dal solito CRPG, sia in termini di plot narrativo che di meccaniche di gioco. L'esperimento e' stato ardito e coraggioso ma e', a mio avviso, riuscito solo a 3/4. Quello che e' mancato per creare un piccolo capolavoro (o per lo meno un grande gioco) e' una storia più profonda e con un finale meno tirato via rispetto a quello che Obsidian ci ha proposto. Inoltre va segnalato che i sistema di reputazione, sebbene funzioni discretamente e' spesso un po' complicato da seguire, specie se vogliamo massimizzarne l'effetto. Ma ciò nonostante mi sento tranquillamente di dire che Tyranny merita comunque sia i nostri soldi che il nostro tempo: vuoi perché e' molto divertente da giocarsi, vuoi perché almeno per una volta, passare al lato Oscuro e' decisamente elettrizzante.
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