mercoledì 31 gennaio 2018

Tomb Raider (2013) - Recensione


Scrivo questa recensione con la mia action-figure di Lara Croft poggiata sulla scrivania a fianco al PC. Ogni tanto osservo la figura in pantaloncini corti e top che impugna le sue due pistole con uno sguardo che sembra dire "chi vuole ancora del piombo rovente?!" e non posso fare a meno di pensare "Laretta mia, cosa ti hanno fatto?!"...

Dopo l'insuccesso commerciale di Tomb Raider: Underworld nel 2008, Crystal Dynamics e Eidos si sono presi qualche anno per decidere il futuro dello storico Brand e hanno optato per un reboot completo. Nel 2013 e' quindi uscito Tomb Raider, che ha resettato completamente la serie facendola ripartire da capo. Per capire bene il nuovo corso degli eventi e' necessario fissare i due pilastri fondamentali su i quali la serie Tomb Raider si e' basata dallo storico primo episodio del 1996: 1) il gameplay Action-Oriented ma con puzzle grosso modo della stessa complessità di quelli delle avventure grafiche "punta & clicca" e 2) il personaggio e la fisicità della protagonista, bella ed affascinante archeologa/avventuriera, capace di centrare in testa i nemici con le sue due pistole mentre esegue una capriola a mezz'aria, il tutto con la stessa naturalezza di chi si siede al bar a bere un caffè.

Chiarito quello che e' il termine di paragone, e' facile capire la vastità e la profondità dell'intervento di "rinnovamento" (sarebbe meglio dire "stravolgimento") operato dagli sviluppatori: In TR2013 troveremo infatti a) un gameplay lineare, molto simile a quanto visto nei titoli della serie Uncharted e quasi del tutto privo di puzzle (se non un paio discretamente banalotti) e b) una protagonista che anche con la permessa della più giovane eta' e minore esperienza, sembra più la protagonista della serie Violetta che non Lara Croft.

La storia inizia con Lara, giovane neolaureata in archeologia che si e' imbarcata in una spedizione salpata alla ricerca del perduto regno di Yamatai e della sepoltura della sua leggendaria "Regina del Sole" Himiko. La nave, colpita da una violenta tempesta, farà naufragio su di una misteriosa isola del Triangolo del Diavolo, dove Lara e i suoi compagni faranno conoscenza con gli abitanti locali, tutti ex-naufraghi come loro e appartenenti ad una setta che pratica sacrifici umani in nome del sole. La nostra giovane ed inesperta protagonista, dovrà quindi imparare come sopravvivere in un  ambiente ostile e al contempo trovare un modo per chiamare i soccorsi e fuggire dall'isola. Ma le cose non sono così "semplici": ben presto Lara e gli altri membri del suo equipaggio scopriranno che la tempesta che circonda l'isola sembra avere una sua volontà e impedisce a chiunque di andarsene.

Come credo di aver già detto, il gameplay di TR2013 e' estremamente lineare e vedrà Lara alle prese con il dover imparare cose come arrampicarsi e tirare con l'arco, oltre che a dover affrontare nemici, possibilmente (almeno all'inizio) con metodi stealth visto che la nostra giovanissima eroina non possiede le abilità di combattimento della sua più matura versione originale. I puzzle sono stati quasi esclusivamente relegati alle Tombe, aree opzionali che potremo trovare esplorando la mappa. Sono quindi presenti solo in numero limitato e devo dire che la loro soluzione e' sempre piuttosto banale.

Durante l'avventura recupereremo anche vari tipi di armi ed equipaggiamento, che potremo migliorare usando le risorse che troveremo in giro esplorando la mappa. La prima arma che avremo fra le mani e l'arco, che assieme alla piccozza da scalata formano il "dinamico duo" che ci permetterà di affrontare non solo i combattimenti, ma anche spostarci in maniera agevole lungo percorsi altrimenti impossibili: l'arco infatti potrà essere usato per agganciare corde con le quali Lara potrà scivolare o arrampicarsi per aggirare burroni o altri ostacoli. Per nostra fortuna, TR2013 conserva le spettacolari arrampicate e le fasi acrobatiche del vecchio corso, sebbene in maniera consona ad una Lara inesperta.

Prima di esaminare la parte tecnica va detto che ho giocato alla Definitive Edition del gioco, ovvero l'edizione con grafica migliorata uscita nel 2014 (e fatta pagare come se fosse un gioco nuovo anche ai possessori versione "normale"). Il gioco ha un buon aspetto visivo, sebbene le texture e le animazioni facciali di alcuni personaggi appaiano meno dettagliate e convincenti di quanto ci si dovrebbe aspettare da una produzione di 5 anni fa. Ottimo anche il doppiaggio in italiano.

Non voglio nascondermi dietro ad un dito: molta della ostilità che ho nei confronti di questo titolo e' dovuta al fatto che essendo un fan della prima ora della serie non ho gradito per nulla lo sconvolgimento epocale applicato alla protagonista ed al gameplay in generale. Per onesta' individuale devo pero' dire che di per se il gioco si lascia giocare, sebbene non sia nulla che non si possa vedere in un Uncharted a caso, (dove per altro troverete una storia migliore). Probabilmente chi e' digiuno (o quasi) della serie lo apprezzerà, i fan invece non potranno che storcere il naso.

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