lunedì 28 marzo 2016

Tom Clancy's The Division - Recensione


 In genere, tra il momento in cui acquisto un videogame e quello in cui inizio a giocarmelo seriamente possono passare anche anni, il tutto ovviamente a causa della coda chilometrica di giochi che ho li in attesa. Tom Clancy's The Division e' stata una delle rare eccezioni a questa regola: Comprato, installato, fatto partire per darci giusto una occhiata veloce e puf! In men che non si dica sono stato completamente rapito da questo gioco, tanto da farmi mettere in attesa forzata la mia run ad Arma 3, gioco che fino a poco prima si stava prendendo tutte le mie energie (e le mie ore notturne).

Partiamo dalla trama, che sembra presa pari pari da un film d'azione degli anni 90: Una micidiale epidemia scoppia nel bel mezzo della città di New York: Il virus, detto Veleno Verde o Influenza del Dollaro decima la popolazione e costringe quindi le autorità a trasformare in zona di quarantena l'intera Manhattan. In breve tempo l'area si trasforma in un campo di battaglia per la sopravvivenza: Oltre ai "Saccheggiatori", delinquenti comuni che cercano di approfittare della situazione), compaiono le fazioni dei "Purificatori", ex netturbini convinti che la soluzione sia bruciare vivo chiunque anche solo sembri malato, i "Rikers", violenti carcerati fuggiti dal carcere di Riker Island e i soldati della compagnia mercenaria dell'Ultimo Battaglione. 

La Joint Task Force (JTF) cerca tenere sotto controllo la situazione e porre un freno alle violenze sulla popolazione civile ma inutilmente. Disperato, il governo decide di schierare in campo gli uomini della Strategic Homeland Division (SHD), meglio conosciuta come La Divisione: Un gruppo di agenti segreti "dormienti", altamente addestrati ad affrontare situazioni estreme come questa.

Ma gli uomini della Divisione mandati a Manhattan con la prima ondata spariscono misteriosamente solo dopo pochi giorni dall'essere stati "attivati". Viene quindi deciso di attivare una seconda ondata di agenti (di cui faremo parte noi) e di spedirli a Manhattan con ordini precisi: Porre un freno alle Violenze, Fermare il Virus e Scoprire cosa e' successo agli agenti della prima ondata.

Dal punto di vista formale, The Division può essere definito uno Sparatutto in Terza Persona con coperture orientato al Co-Op e ambientato in una area di gioco Open World. Qualcuno si è azzardato a definirlo MMO o MMORpg, ma a conti fatti di "Massivo" della componente multiplayer di questo gioco c'è ben poco. Comunque The Division contiene diversi elementi tipici dei giochi di ruolo, come il crafting e l'avanzamento di livello.

Una volta arrivato a Manhattan, il nostro agente dovrà prendere possesso della Base Operativa (situata nel palazzo delle Poste) liberandola dai rivoltosi e da li iniziare il lavoro di potenziamento dei 3 dipartimenti della base: Medico, Tecnico e Difesa. Per farlo dovrà raccogliere le apposite risorse (ne esistono 3 tipi diversi, uno per dipartimento) completando le missioni Principali della storia e gli Incontri, piccole missioni secondarie dedicate ad un particolare dipartimento. Esistono anche missioni secondarie generiche, la cui utilità è quella di raccogliere armi e nuovi pezzi di equipaggiamento per il nostro agente e/o i crediti per acquistarlo dai vari venditori.

Oltre a risorse e crediti, il nostro agente accumulerà esperienza e passerà di livello, accedendo a nuove abilità. Esistono anche dei Perk, che vengono però sbloccati potenziando i vari reparti della Base Operativa.

Missioni Secondarie e Incontri sono presenti in grande quantità, ma non brillano certo per originalità: In effetti si possono contare circa 10 o 15 diversi "modelli" di missione che vengono poi ripetuti. Per fortuna però, la loro difficoltà cambia, (ma su questo punto tornerò a breve).

La mappa è liberamente esplorabile fin da subito ed è divisa in una serie di quartieri, ciascuno caratterizzato da un livello di difficoltà degli incontri incrementale che funge da "sbarramento" per scoraggiare gli agenti di livello basso: Affrontare nemici di livello superiore al nostro è un compito arduo, se poi il divario è molto grande può diventare addirittura impossibile., per cui è caldamente consigliabile far crescere a dovere il nostro agente prima di accedere ai quartieri più difficili.

Nel gioco non esistono veicoli, quindi l'unico modo di spostarsi è quello di camminare per le strade. Possiamo però abbreviare il tempo necessario al raggiungere un determinato luogo usando lo spostamento veloce: In ogni quartiere della città è presente un rifugio che una volta raggiunto una prima volta può essere utilizzato come destinazione per lo spostamento rapido. Tutti i rifugi contengono un venditore di armi e una cassa di munizioni per fare rifornimento, rendendoli quindi zone che visiteremo molto spesso durante il gioco.

Armi e equipaggiamento ricoprono un ruolo molto importante in questo gioco: Nel gioco ne esistono di 5 gradi qualità, distinti da un colore diverso e di vari livelli, esattamente come il nostro agente: Migliorare costantemente il nostro equipaggiamento è necessario se volgiamo "tenere botta" con i nemici di livello più alto, per farlo ci verranno in aiuto i vari drop dei nemici, oltre che le casse sparse per la mappa e ovviamente i venditori presenti nella base e nei rifugi. Potremo inoltre migliorare ulteriormente l'equipaggiamento con tutta una serie di mod come mirini, caricatori più capienti, silenziatori o impugnature sotto-canna, anche loro con il loro grado di qualità e livello.

Oltre che trovate e acquistate le armi possono essere fabbricate alla base principale tramite un apposito banco di lavoro e previo utilizzo di componenti (reperibili esplorando la mappa) e Progetti, che in genere sono ottenuti come ricompensa per il completamento delle missioni, sia principali che secondarie. Il crafting è molto utile se ci siamo affezionati ad un certo tipo di arma e vogliamo cercare di mantenerla e migliorarla al contempo.

Ovviamente Ubisoft non poteva esimersi da inserire nel gioco la per lei consueta tonnellata di elementi collezionabili di vario tipo, sfortunatamente per chi mal sopporta questi inutili orpelli, il mistero che sta dietro la comparsa del virus viene narrato tramite di essi. Se volete quindi capire fino a fondo la vicenda dovrete quindi investire del tempo nella loro raccolta.

Il gioco da un grande risalto alla componente multiplayer cooperativa, ma è perfettamente fruibile in single player. La base ed i rifugi fungono da aree social, all'interno delle quali è possibile incontrare gli Agenti degli altri giocatori online. All'esterno di esse però la nostra avventura avverrà nel nostro personale mondo parallelo, almeno fino a che non ci uniremo ad altri giocatori usando il sistema di Match-Making del gioco, che ci permetterà di formare un gruppo di amici, (presi da quelli di uPlay), e girare per la città per affrontare le varie missioni assieme. Se lo desideriamo possiamo unirci ad un gruppo di sconosciuti tramite il match-making rapido.

Per chi volesse invece spingersi in territori estremi esiste la Zona Nera, ovvero l'area centrale di Manhattan, dove la contaminazione del virus è più elevata. Al suo intero troverete i nemici più forti e i loot più rari. Inoltre è possibile anche il Player vs Player.

Dal punto di vista della grafica il gioco offre un buon colpo d'occhio ma tutt'altro che eccelso: Le vie di New York e i personaggi sono realizzati in modo credibile e con texture di buona qualità, ma devo però far notare che il gioco ad oggi presenta diversi bug (non gravi comunque) e richiede a mio avviso un lavoretto di ripulitura e ottimizzazione del codice: A livello Ultra sul mio PC il gioco gira con un modesto 35 - 40 fps di media, che sebbene sia più che sufficiente per giocare in maniera fluida denuncia però una eccessiva pesantezza del codice se pesato al netto della qualità grafica espressa.

L'IA nemica invece è molto ben realizzata e anche a livello normale rappresenta una bella sfida per il giocatore.

L'input system del gioco si sposa molto bene con il pad, ma ho troppo spesso avuto qualche problema con la mappatura dei tasti di default decisa da Ubisoft, completamente diversa da quella "quasi standard" che in genere viene utilizzata gli sparatutto in terza persona. Chi quindi come me è abituato a trovare i comandi allo stesso posto è bene che fin da subito metta mano alla configurazione.

Tirando le somme questo The Division mi è piaciuto un sacco: Le 48 ore che mi ci sono volute per completarlo sono volate via lisce a discapito del fatto che alle volte il gioco possa risultare un po' ripetitivo, ma mai noioso. I miei più sinceri complimenti alla Ubisoft.

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