martedì 26 giugno 2018

Shadow Tactics: Blades of the Shogun - Recensione


Nel 1998, Commandos: Oltre le linee nemiche portava finalmente una ventata di freschezza nel genere degli strategici in tempo reale, allora tutti orientati al modello raccogli risorse - costruisci casette - addestra l'esercito, già visto e rivisto in centinaia di titoli, da Warcarft a Command & Conquer. La formula semplice e l'alto livello di sfida ne decretarono il successo, con il quale arrivarono vari seguiti e diverse imitazioni come Desperados e Robin Hood: The Legend of Sherwood. Di questi splendidi ibridi tra stealth e RTS se ne sono pero' perse le tracce fino all'uscita di Shadow Tactics: Blades of the Shogun, che, con la sua ambientazione Giapponese periodo Edo, a base di Samurai e Ninja, ovviamente mi ha subito fatto venire contemporaneamente la Nostalgia Canaglia e l'Hype Assassino...

Chi ha giocato a Commandos sa già di cosa stiamo parlando: "tutto quello" che dovremo fare in questo gioco e' guidare la nostra squadra di agenti speciali, in una serie di missioni ad alto rischio, dove dovremo non solo raggiungere i nostri obbiettivi (uccidere un bersaglio, rubare dei documenti, distruggere un edificio etc...) ma dovremo farlo il più possibile in silenzio, senza farci notare, pena il dover affrontare la reazione violenta del nemico (che sarà sempre in pesante superiorità numerica), cosa che con pochissime eccezioni significherà dover ricaricare un salvataggio precedente e riprovare. Scordiamoci quindi fin da subito gli assalti a Katana spianata, a meno che non ci piaccia passare ore nella schermata di caricamento.


Durante le missioni, tutto ciò su cui potremo contare sono le caratteristiche, abilita ed equipaggiamento unici dei membri della nostra squadra, composta da un totale di 5 personaggi:

  • Mugen, un fortissimo Samurai, dotato di due Katane, che può uccidere nemici multipli, trasportare carichi pesanti e usare la fiasca di Sake per attirare in trappola le ignare guardie.
  • Hayato, uno Shinobi che  può eliminare a distanza i nemici con la sua micidiale Shuriken o da vicino con la sua Ninjato. Può anche distrarli lanciando pietre per provocare rumore.
  • Aiko, una Kunoichi (i Ninja femmina). Simile come caratteristiche ad Hayato, e' pero' dotata di uno spillone per uccidere da vicino, di polvere accecante e, soprattutto, può travestirsi per gironzolare tra i nemici indisturbata e distrarli parlando con loro.
  • Yuki, una giovane ladra, che oltre un piccolo pugnale Tanto e' dotata di un flauto da richiamo e una trappola, che assieme formano una combinazione micidiale.
  • Takuma, vecchio e lento in quanto zoppo, ma con il suo fucile di precisione e' e il suo Tanuki di nome Kuma e' costituisce un ottimo supporto.

Purtroppo sarà il gioco a decidere per noi quanti di loro portare in missione e soprattutto chi, aggiungendo un ulteriore livello di sfida alla cosa, in quanto dovremo adattare le nostre strategie alle risorse che avremo a disposizione (troppo comodo avere sempre Mugen dietro a spazzare via interi gruppi di nemici con un colpo solo...).


I veterani di Commandos avranno subito riconosciuto che i protagonisti sono concettualmente molto simili a quelli del piccolo capolavoro targato Eidos, ma, come e' facile immaginare, questa somiglianza non e' l'unica cosa che ST:BotS mutua da loro: come esempio cito solo il cono di visione dei nemici, (utile per mostrarci le zone in cui un nemico selezionato potrà vederci solo se in piedi o quella in cui saremo visibili), le tracce sulla neve e la necessità di nascondere i corpi dei nemici uccisi, che se individuati porteranno le guardie, ad investigare e a lanciare l'allarme.


L'IA nemica e' molto aggressiva e, nel caso dovesse individuarci o avere sentore della nostra presenza lancerà l'allarme e/o verrà a cercarci per poi attaccarci. Dovremo guardarci anche dai civili: non tutti sono amichevoli e nel caso dovessero vederci potrebbero correre ad allertare le guardie. I soldati poi non sono tutti uguali: oltre alle semplici guardie ci saranno i Cappelli di Paglia, i quali sono insensibili alle distrazioni (e che quindi non potranno essere attirati in trappola) e i Samurai, che possono essere uccisi direttamente solo da Mugen, mentre gli altri personaggi dovranno prima stordirli (ad esempio con un colpo di fucile di Takuma) e poi finirli a corta distanza.


Lo sfruttamento dell'ambiente e' fondamentale per la pianificazione delle nostre mosse: La mappa e' totalmente in 3D, (cosa che complica ulteriormente le cose visto che la posizione dei nemici potrebbe non essere evidente) e sparse su di essa troveremo luoghi dove nasconderci o nascondere i corpi nemici morti, come edifici, cespugli o specchi d'acqua. Hayato, Aiko e Yuki possono arrampicarsi su pareti o edifici utilizzando un apposito rampino, ma solo passando per degli elementi interattivi come ganci o vegetazione (le scale sono accessibili a tutti). Si può sfruttare questa verticalità dei livelli per raggiungere aree non accessibili via terra o per attaccare dall'alto i nemici ignari.


Giocare Shadow Tactics: Blades of the Shogun e' come una partita a scacchi, dove in base alle caratteristiche dei nostri pezzi e alla disposizione di quelli avversari dovremo trovare una delle possibili sequenze corrette per risolvere le varie situazioni che ci verranno poste di fronte, con in più la variante del tempismo (spesso, la differenza tra la riuscita di un attacco e il suo fallimento e' iniziarlo un secondo prima o dopo) e dello sfruttamento ambientale. Ne consgue che spesso ci troveremo di fronte ad una serie più o meno lunga di try-fail-retry, dalla quale usciremo solo con una bella dose di pazienza e di ragionamento creativo: il gioco infatti ci invita a sperimentare, senza dover sempre ricorrere ai pattern di attacco che bene o male andremo ad imparare.


A colpo d'occhio ST:BotS e' a dir poco splendido, con colori vivi ed dettaglio che ricorda molto da vicino gli splendidi fondali 2D di Commandos. Se pero' osserviamo da vicino potremo notare che i modelli 3D e le texture sono a bassa risoluzione (ad esempio, i personaggi non hanno nessun dettaglio facciale) e resi più definiti grazie ad un sapiente lavoro con gli shaders. Il risultato di tutto ciò e' che anche le prestazioni del gioco sono ottime ed il frame rate e' sempre molto elevato.

 

Splendido omaggio a dei capolavori del passato, ma con un carisma tutto suo, Shadow Tactics: Blades of the Shogun a mio avviso e' uno dei migliori titoli in circolazione per quel che riguarda gli RTS, sebbene il suo gameplay sia molto particolare. Se siete veterani dei Commandos o semplicemente vi piacciono le sfide, questo e' il gioco che fa per voi.


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