domenica 19 marzo 2017
Planescape: Torment - Recensione
La tormentata storia tra me Planescape: Torment e' iniziata nel 1999, giusto pochi mesi dopo la sua uscita negli store ed e' proseguita nei successivi 18 anni tra diversi tentativi di run abbandonati dopo al massimo una manciata di ore: purtroppo negli RPG io cerco qualcosa di ben diverso da quello che Torment offre e di conseguenza tra me e il "miglior" RPG mai creato non e' mai scattata quella passione che con altri titoli mi ha portato a fare le ore piccole senza accorgermene. Passione che non e' arrivata neppure questa volta che sono (finalmente) riuscito a vedere l'end-game del gioco. Non e' infatti per caso che ho atteso una settimana prima di iniziare a scrive questa recensione: Ho avuto bisogno di un bel po' di tempo per raccogliere le idee e giudizi il più possibile obbiettivi e filtrati dalla fatica che ho fatto per non mollare lì il gioco a meta' anche questa volta.
Il punto di forza principale di questo gioco e' la storia: Il nostro protagonista riprende vita sul tavolo dell'obitorio completamente privo di ogni ricordo delle esperienze precedenti, incluso il suo nome (e verrà infatti conosciuto per tutto il gioco come il Nameless One). Le uniche informazioni sul suo passato le avrà grazie ad un teschio fluttuante chiamato Morte (il nostro primo compagno di avventura) il quale leggerà per lui il testo che porta tatuato sul su corpo martoriato che lo esorterà a cercare un tale di nome Pharod che dovrebbe essere in possesso del suo diario.
Planescape: Torment e' un gioco di ruolo basato sul ruleset di Dungeons & Dragons e che utilizza l'originale ambientazione di Planescape. Il gioco utilizza lo stesso motore Infinity Engine usato da Bioware per Baldur's Gate, al quale somiglia parecchio come impostazione base, sebbene utilizzi una interfaccia del tutto diversa (e molto meno comoda). Ma la grossa differenza tra BG e PT e' che mentre il gioco di Bioware e' improntato su esplorazione e combattimenti, PT si basa su i dialoghi e sulla narrazione della storia. Nel gioco infatti i dialoghi hanno un ruolo fondamentale e molto spesso trovare la giusta sequenza di frasi da usare (magari accompagnate da un check sulle caratteristiche del personaggio) e' l'unico modo per risolvere una quest o evitare situazioni spiacevoli come lo scontro con un nemico molto forte. Ma attenzione pero': la voce che circola da anni sul fatto che sia possibile finire il gioco senza combattere e' del tutto falsa. Non tutti i combattimenti possono essere evitati con l'arte oratoria e nel finale dovrete sostenerne parecchi!
La minore propensione agli scontri del gioco fanno si che questo scorra ad un ritmo molto lento, molto più lento di quello che caratterizza gli RPG classici "normali". Un ulteriore effetto collaterale di questa caratteristica e' che il loot perde quasi del tutto il suo fascino e utilità: Molto pochi sono infatti gli oggetti e le armi interessati che potrete trovare su i corpi dei nemici uccisi e molto spesso l'unico loro uso sarà quello di poterli rivendere per raccogliere denaro. E' del tutto assente la possibilità di personalizzare l'aspetto del nostro personaggio facendogli indossare armature.
Il Nameless One inizia come Guerriero, ma durante il suo viaggio potrà cambiare la sua classe in Mago o Ladro grazie ai vari istruttori che incontrerà. Oltre a Morte, ci sarà inoltre possibile reclutare un massimo di altri 4 compagni scegliendoli fra un set totale di 7 personaggi splendidamente caratterizzati, che verranno introdotti un po' alla volta durante il gioco. Avremo occasione di dialogare a più riprese anche i nostri compagni per scoprire i loro segreti e la loro storia passata, che in parecchi casi e' connessa a quella del protagonista.
A parte un paio di brevi viaggi nei piani di Baator e Carceri, tutta l'azione si svolge nella città di Sigil, che potremo esplorare quasi liberamente per seguire la quest principale e/o quelle secondarie che ci verranno affidate dai vari NPC che incontreremo lungo la strada. Sebbene grande, l'area di gioco e' molto più limitata rispetto a quella vista in Baldur's Gate, di conseguenza dobbiamo scordarci in partenza la libertà di esplorazione del capolavoro di Bioware: In PT dovremo invece concentrarci su i compiti che dobbiamo svolgere all'interno dell'area in cui siamo.
Nell'esaminare il gioco dal punto di vista tecnico dobbiamo innanzitutto tenere conto che si tratta di un titolo vecchio di 18 anni: Le versioni attualmente in circolazione (io ho giocato a quella in vendita su GoG) contengono ancora una grossa serie di magagne mai fissate dagli sviluppatori. Per fortuna, molti di questi problemi possono essere sistemati utilizzando diverse patch amatoriali, le quali permettono anche di supportare le risoluzioni schermo "moderne". Proprio su GoG, ho trovato questa interessante e ben realizzata guida che spiega cosa e come installare per potersi giocare Torment su monitor full-HD e al contempo fissare parecchi bug. Per i non anglofoni l'Italian Translation Project ha realizzato una traduzione amatoriale che pero' in verità non e' il massimo della vita (ma a caval donato...).
Nonostante abbia raccolto l'unanime ovazione della critica, Planescape Torment ha venuto un numero molto limitato di copie rispetto Baldur's Gate e altri giochi simili dello stesso periodo. La ragione a mio avviso e' che nonostante l'ambientazione originale e la trama profondissima e molto diversa dal classico e stra abusato "grande male che si risveglia dopo secoli" il gioco e' molto, anzi troppo diverso da quello che il giocatore di ruolo medio si aspetta di trovare in un videogioco di questo genere, ovvero esplorazione e combattimenti: dobbiamo del resto tenere a mente che solo fino ad un anno prima gli RPG classici erano quasi del tutto scomparsi per essere rimpiazzati dai più frenetici titoli del sotto-genere Hack & Slash introdotti da Diablo.
Personalmente, il gioco mi e' indubbiamente piaciuto nel suo insieme, ma non mi ha convinto in quanto troppo diverso da quello che mi aspetto da un gioco di ruolo e da ciò al quale gli altri titoli del genere mi hanno abituato negli anni. Se mi chiedete quale e' il miglior RPG di tutti i tempi la mia risposta non sarà Planescape: Torment. Detto questo pero' PT e' un titolo quasi imprescindibile per tutti gli appassionati di role-games, fosse solo per la sua trama splendidamente realizzata.
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