lunedì 24 ottobre 2016
Baldur's Gate: Siege of Dragonspear - Recensione
Nella storia narrata in Baldur's Gate ed il suo seguito Baldur's Gate 2: Shadows of Amn esiste un buco narrativo che per ben 16 anni ha lasciato i fan della serie in attesa di risposte sul cosa sia successo e come il nostro eroe si sia ritrovato prigioniero nel laboratorio del malvagio mago Jon Irenicus. A distanza di tanti anni, Beamdog, autore delle Enhanced Editions sia del primo che del secondo Baldur's Gate ha deciso di colmare quel gap con Baldur's Gate: Siege of Dragonspear, una espansione per BG:EE che ci riporterà in viaggio lungo la Costa della Spada.
Sarevok è morto e con la sua morte Crisi del Ferrosi è finalmente risolta. Al nostro eroe non rimane altro da fare che eliminare gli ultimi scagnozzi del suo malvagio fratellastro rifugiatisi in una tomba. Ma come si sa, per gli eroi non c'è mai pace e una nuova e potente minaccia arriva da Nord sotto forma di una Crociata guidata dalla paladina asimar Caelar Argent stà portando morte e distruzione lungo tutto il territorio. La cosa prende una piega decisamente personale dopo che un tentativo di assassinio ai danni del nostro personaggio (e che provoca il ferimento della nostra cara amica Imoen) si rivela essere stato ordito proprio dalla Signora Lucente. Alla luce di ciò e in qualità di Eroe di Baldur's Gate partiremo alla testa delle truppe del Duca per raggiungere l'armata della coalizione e fermare una volta per tutte alla follia della Crociata.
Siege of Dragonspear è una espansione classica di Baldur's Gate: Enhanced Edition e quindi richiede il gioco base per poter essere utilizzata. Potremo iniziare con un nuovo personaggio creato ad-hoc oppure usare quello con cui abbiamo giocato la campagna base importandone i dati da uno dei salvataggi disponibili. Di per se non introduce novità nel gameplay del gioco, ma essendo stata rilasciata in concomitanza dell'uscita della Versione 2.0 del gioco beneficia di tutti i miglioramenti e fix introdotti con essa (la lista completa la potete trovare qui). Miglioramenti e novità a parte il cuore del gioco è sempre quello del gioco originale, fatto di quest, esplorazione, combattimenti, dialoghi e loot.
I Vecchi e nuovi fan della serie si sentiranno quindi a casa nell'affrontare la campagna, che dura dalle 15 alle 20 ore a seconda di quanto tempo dedicheremo alla libera esplorazione e alle quest secondarie. In questo senso è doveroso ricordare che Siege of Dragonspear riprende in scala ridotta e limitata la struttura aperta del gioco base: le aree visitabili vengono sbloccate un po' alla volta ma dopo sono liberamente esplorabili per cercare quest secondarie da svolgere. Le mappe sono in genere abbastanza grandi e splendidamente realizzate dal punto di vista artistico, così come i dungeon che incontreremo.
Lo svolgimento della trama principale è molto interessante e contiene possibilità di scelta che ne cambiano lo svolgimento e alcuni timidi tentativi di introdurre delle scelte morali. Ad aiutarci nel nostro compito ritroveremo molti (ma non tutti) dei nostri precedenti compagni di avventura della campagna base, che se avete importato un party da un salvataggio precedente verranno dispersi subito dopo il prologo e andranno nuovamente reclutati da capo (sempre se disponibili in SoD). Scelta questa che mi ha lasciato un po' interdetto all'inizio, ma che alla fine nel mio caso si è rivelata azzeccata in quanto il nuovo parti che ho creato si è rivelato molto divertente da giocare, in particolare grazie ai dialoghi automatici che ogni tanto avvengono tra i nostri compagni: sentire alcune dotte conversazioni tra Minsk e Viconia mi ha strappato più di una risata.
Grazie anche alla possibilità di accedere alla gestione avanzata dell'IA dei compagni (prima della versione 2.0 si poteva solo scegliere uno degli script predefiniti) il loro comportamento in combattimento è decisamente più efficace e quasi non richiede micro management. La cosa si nota in maniera decisamente più marcata con i casters, che adesso sono in grado di scegliere l'incantesimo più appropriato da scagliare sul nemico o anche con i personaggi ranged, che possono essere configurati per usare preferibilmente armi a distanza ma passare a quelle melee nel caso il nemico si avvicini troppo a loro.
La versione 2.0 ha poi semplificato notevolmente la gestione dell'equipaggiamento grazie ad una interfaccia che permette di individuare la volo se l'uso di un determinato oggetto migliorerà le statistiche del nostro eroe o, nel caso lo si voglia passare ad un compagno, di capire quali potranno utilizzarlo e quali ne avranno beneficio. Chi ha giocato ai vari titoli della serie sa quanto questa feature sia utilissima, in quanto la gestione del loot e dell'equipaggiamento sia storicamente una delle parti più tediose del gioco.
Trama e miglioramenti a parte, questo SoD è un ottimo titolo, meritevole dei nostri soldi anche solo per il fatto che dopo 16 anni dall'uscita dell'ultimo gioco della serie potremo tornare a respirare a pieno l'atmosfera ed il fascino della Costa della Spada con una avventura completamente nuova. I vecchi nuovi fan della serie non possono assolutamente lasciarsela scappare!
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