giovedì 3 dicembre 2020

Pillars of Eternity II: Deadfile - Recensione

 

 <<Quindici uomini sulla cassa del morto! Io-ho-ho! E una bottiglia di rum!>>

Nell'iniziare questa recensione non ho potuto fare a meno di citare il ritornello della omonima canzone marinaresca tratta da L'Isola del Tesoro, di Stevenson, (qui magistralmente usata come sigla dello sceneggiato RAI del 1959). Si, perché abbandonata la classica ambientazione terricola, Pillars of Eternity II: Deadfire, ci porterà sul mare, tra isole tropicali e pirati, a caccia di un Dio. Per cui lasciate a casa l'armatura pesante, afferrate la sciabola e preparatevi all'abbordaggio miei prodi yarrr!!!!!

Vi ricordate quella enorme statua di Adra verde le cui dita della mano sputavano dal terreno della fortezza di Caed Nua, e che si poteva ammirare nel dettagli scendendo nelle profondità del dungeon dell'Eterno Cammino di Od Nua? Ecco, a quanto pare non era una statua ma il redivivo dio Eothas, che, passati cinque anni dalla conclusione degli eventi narrati nel precedente capitolo, ha deciso di risvegliarsi e andare a fare una passeggiata per il mondo, distruggendo con i suoi giganteschi piedi tutto ciò che ha trovato sul suo cammino verso l'arcipelago di Mortafiamma, primo fra tutti ovviamente, il nostro castello.

E noi? che fine ha fatto l'Osservatore di Caed Nua? Beh, a lui e' andata meglio di tutti gli altri abitanti della fortezza in quanto e' morto, (o meglio: quasi-morto, ed Eothas si e' pure portato via un pezzo della sua anima!), ma invece di essere mandato alla Ruota, quanto restava del suo spirito e' stato rispedito indietro nell'aldiqua' da Berath, il dio della Morte, con il compito di inseguire Eothas: il gigante verde non sta affatto andando a semplicemente zonzo e gli altri dei sono molto preoccupati. Toccherà quindi a noi il compito di capire quale e il piano di Eothas e cercare di impedire che faccia qualcosa di terribilmente drastico... o magari anche no!

Ai veterani della serie il gioco permetterà di importare da un salvataggio del primo PoE in modo da poter ripartire tenendo in considerazione il finale e le medesime decisioni prese e importare il nostro personaggio, sebbene potremo comunque modificarlo in toto: aspetto e build. Se non abbiamo giocato al primo PoE o non disponiamo dei salvataggi del gioco precedente PoE2 ci permetterà di scegliere tra una serie di finali pronti.

Pur mantenendo il medesimo rule-set e le meccaniche di base del predecessore, PoE2 introduce alcune interessanti novità: la prima e a mio modo di vedere e' la possibilità di decidere all'inizio della partita quale sistema di combattimento utilizzare, scegliendo tra Tempo Reale con Pausa Tattica, (RTwP), alla Baldur's Gate o il buon vecchio Sistema a Turni, sicuramente più lento ma che permette di sfruttare meglio e al meglio tutte le abilita' del nostro personaggio e dei suoi compagni.

Il party e' stato ridotto da 6 a 5 personaggi, cosa che da una parte riduce drasticamente il micro-management normalmente necessario per gestire tutti gli elementi sia durante la normale fase di esplorazione che durante i combattimenti. Dall'altro pero' ci lascia un po' corti nei ruoli classici che servono in un party (Tank, Healer, Rogue, Caster).

A parziale compensazione del party ridotto c'è la possibilità di creare personaggi bi-classe. Sebbene venga caldamente consigliato di sfruttare questa nuova feature nella prima partita, ho voluto azzardare con uno dei componenti del mio gruppo (Eder) per trasformarlo in un guerriero-ladro: sebbene riuscire a spartire i punti in modo equilibrato tra le due classi sia stato oggettivamente complicato, la build che ne e' venuta fuori ha comunque funzionato a dovere per entrambe le mansioni.

Mortafiamma e' un arcipelago composto da parecchie isole, molte delle quali esplorabili, per spostarci dovremmo quindi usare obbligatoriamente una nave e saremo quindi dotati del nostro personale veliero fin dall'inizio. Nel corso del gioco potremo poi acquistare altre imbarcazioni, ce ne sono di vari tipi, per creare la nostra personale flotta. Ovviamente potremo personalizzare le nostre navi dotandole cambiando vele, cannoni e altri elementi, oltre che arruolare membri della ciurma che col tempo acquisteranno esperienza e quindi miglioreranno nello svolgere il compito che avremo loro assegnato (timoniere, cannoniere, nostromo, mozzo etc...).

In un mondo di isole e pirati non possono mancare le battaglie navali e gli abbordaggi: le prime si combattono in modalità libro-game, dando ordini che vengono eseguiti basandoci sulle capacita' della nostra nave e della sua ciurma. Va detto che con questo sistema gli scontri tra navi non rendono proprio il massimo e costituiscono l'unico vero neo del gioco.  Gli abbordaggi invece sono combattimenti in stile classico ai quali parteciperanno oltre ai membri del parti (che potremo controllare direttamente) anche gli altri compagni aggiunti al gruppo e parte dell'equipaggio, giocando in modalità turni sono decisamente divertenti, sebbene a lungo andare possano diventare un po' ripetitivi.

Come già accennato, la storia del gioco ruota sulla necessita' di scoprire le intenzioni di Eothas e cercare di impedirgli di causare qualcosa di irreparabile. Per farlo dovremo cercare di ottenere l'appoggio di una delle varie fazioni del gioco: i Principi sen Patrena (leggi la  Fratellanza dei Pirati), gli Huana, la Compagnia Commerciale Vailiana, gli Schiavisti e la Compagnia reale di Mortafiamma... Tutti con i loro interessi più o meno nobili in questa faccenda. Il gioco usa un sistema di reputazione dove la considerazione di ogni fazione nei nostri confronti varia in base alle nostre scelte e agli incarichi che porteremo a termine (e come li completeremo): spesso far contenta una fazione significa scontentarne un altra e dovremo tenerne di conto. Alla fine potremo scegliere con chi allearsi per arrivare al confronto con Eothas, oppure potremo anche decidere di agire da soli, ma questo significa complicarci decisamente le cose. Lo svolgimento della vicenda decisamente buono e pesca a piene mani dall'ambientazione piratesca, senza pero' rinunciare a qualche puntatina nel fantasy classico.

La parte tecnica e' invece ottima: il gioco usa la tecnologia 2.5D, ovvero personaggi 3D su splendidi sfondi 2D, (realizzati pero' a partire da modelli tridimensionali veri e propri). Durante la partita non ho riscontrato bug degni di nota e la mia configurazione hardware ha fatto girare il tutto ad frame rate più che decente e senza rallentamenti. Buone le musiche e l'audio, sebbene avrei gradito il doppiaggio in Italiano.

Forse Pillars of Eternity II non e' stato il seguito epico che i fan di PoE si aspettavano, ma a mio modesto parere la storia narrata e' ben più che  buona e l'ambientazione a tema piratesco molto affascinate. L'introduzione della possibilità di scegliere il sistema di combattimento a turni in alternativa al classico RTwP ha dato gli scontri una componente tattica profonda ed interessante che li ha resi decisamente più godibili e divertenti. Di conseguenza il mio giudizio complessivo non può che essere più che positivo: 70 ore di una esperienza divertente ed appagante.

Male invece per quel che riguarda i DLC: dei tre l'unico che a mio avviso si salva e The Forgotten Sanctum. Gli altri due sono stati per me una grossa delusione in termini di narrazione e profondità... Peccato!

 

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