lunedì 1 aprile 2019

Diablo - Recensione


Durante gli anni 90, la rivoluzione 3D ha modificato le aspettative del pubblico rispetto ai videogiochi. Gli RPG, allora ancora prevalentemente caratterizzati dal ritmo lento del sistema a turni pagarono dazio rispetto a generi molto più immediati e frenetici come gli FPS. A salvare la situazione venne nel 1996 un gioco che oltre ad essere uno dei primi esponenti di un  nuovo genere di CRPG, (gli Hack & Slash), ebbe il grande merito di sdoganare il sistema di combattimento in tempo reale, che pur non essendo una novità per i video giochi di ruolo era rimasto confinato in pochi titoli: stiamo ovviamente parlando di Diablo.

Partiamo dalla storia: dopo una guerra durata millenni, Diablo, uno dei tre Mali Primevi viene catturato dagli Horadrim e imprigionato in una gemma dell'anima. Tale pietra verrà poi nascosta, e col tempo dimenticata, nelle profondità dei sotterranei del monastero vicino alla cittadina di Tristram. Secoli dopo, Re Leoric decide di costriere una cattedrale proprio sulle rovine dell'antico monastero, risvegliando l'entità imprigionata da millenni al suo interno.

Diablo dapprima corrompe l'arcivescovo Lazarus, per poi passare a cercare di controllare lo stesso sovrano, che grazie al suo carattere forte riesce pero' a resistere al demone solo per impazzire e finire ucciso dai suoi stessi uomini. Diablo rivolge quindi la sua attenzione sul giovane principe Albrecht, che finirà sotto il controllo del demone, liberando le mostruosità infernali su Tristram ed i suoi abitanti. Il compito di rimettere le cose a posto, a colpi di spada lunga e incantesimi, sarà ovviamente nostro...


Una delle prime cose che stupisce di Diablo e' l'assoluta semplicità della sua formula: 3 classi di personaggio (guerriero, ladro, mago), un piccolo villaggio che funge ha base di rifornimento, un unico grande dungeon di 16 livelli, (diviso in quattro zone: la Cattedrale, le Catacombe, le Caverne e l'Inferno) e un gameplay basato sul combattimento punta e clicca, esplorazione e loot. Una formula facile da capire e maneggiare, tanto che il gioco si presta a sessioni lunghe o anche partitelle rapide di 10 minuti.

Ma sotto alla semplicità del gameplay, Diablo nasconde un cuore estremamente sofisticato, almeno per l'epoca in cui uscì sul mercato: i livelli del dungeon sono infatti generati proceduralmente in maniera casuale e sono quindi diversi ad ogni partita. Anche le armi magiche che troveremo esplorando e uccidendo i nemici sono generate casualmente usando tabelle di caratteristiche e capacita che vengono combinate tra loro e livellate in base al livello e alla classe del nostro personaggio.

Anche le quest che incontreremo, saranno potenzialmente sempre diverse, sebbene in questo caso non ci sia una generazione casuale delle stesse ma una sorta di suddivisione in gruppi di 3/4 quest ciascuna all'interno dei quali ne vengono scelte una o due  per ciascuno e presentate al giocatore mano mano che questi avanza nella sua avventura. Da ciò consegue che Diablo, pur non essendo un gioco lungo (potete arrivare al confronto con il malvagio demone in una decina di ore scarse) e' pero' dotato di una grande rigiocabilita' proprio per il fatto che ogni partita sarà in pratica sempre diversa dalla precedente.


Se avete esperienza di H&S sarà interessante notare come Diablo contenesse già parecchie delle meccaniche base di questo genere di giochi: l'uso dei due bottoni del mouse per controllare due tipi di attacco (nel nostro caso attacco fisico e incantesimi), l'inventario limitato, con necessità di tornare ad spesso un area con dei commercianti per sbolognare il carico in eccesso etc... A distanza di qualche anno dalla mia prima partita posso dire che alcune di queste sono invecchiate maluccio, nel senso che oggi siamo abituati alle versioni evolute di tali caratteristiche: un esempio fra tutti e l'inventario di cui parlavo sopra, oltre al fatto che anche il denaro, a mucchi di 5000 monete alla volta, occupa spazio in esso, e' talmente limitato da costringerci a fare molto spesso ritorno in superficie.

I tipi di nemici che incontreremo non sono moltissimi, si tratta di 15 / 20 tipi diversi ma declinati in varie versioni con caratteristiche diverse, e saranno sempre più tosti mano a mano che procediamo nel nostro cammino. Oltre agli ovvi boss (e qui non posso non menzionare il Macellaio e il Re Scheletro, protagonisti di due apposite quest) incontreremo anche alcuni mostri unici, che fungono da demi-boss. L'IA che li controlla fa il suo sporco lavoro, sebbene in alcuni casi si appoggi troppo al numero e al costringere il giocatore ad inseguire nemici in fuga per il livello (capita con i mostri che usano attacchi a distanza). In tutti i casi, il livello di sfida rimane ottimo e tende ad aumentare sensibilmente avanzando di livello.

Esaminando il lato tecnico del gioco e' bene innanzitutto chiarire che la versione in vendita su GOG non e' ne una Remastered ne una versione Enhanaced:  il gioco e' esattamente quello del 1996, con grafica base 800x600. L'unico intervento tecnico effettuato sul codice, oltre a diversi bug fix, e' quello di adattarlo alle risoluzioni video moderne e superiori upscalando la risoluzione base per adattarla a quella scelta dal tool di configurazione del gioco. Il che si traduce in una grafica a pixelloni che può far storcere il naso a chi e' abituato alle risoluzioni video Full-HD e superiori, ma che a lato pratico rimane comunque estremamente gradevole. Del resto ricordiamoci che il gioco e' un titolo isometrico, realizzato completamente in grafica bidimensionale e ottenendo l'effetto della tridimensionalità grazie ad un sapiente uso della prospettiva. 


Anche la musica, estremamente evocativa e' la stessa del 1996, così come il parlato, rigorosamente in lingua Inglese, dei (pochi) abitanti di Tristram, che in sostanza hanno il solo scopo di fornirci spunti di lore e qualche quest, oltre ovviamente a permetterci di acquistare o rivendere equipaggiamento.

Diablo e' un monumento della storia dei CRPG, un gioco da giocarsi senza se e senza ma: il prezzo richiesto su GoG e' irrisorio, di conseguenza non c'è alcuna ragione per la quale un appassionato del genere non debba investire i pochi euro richiesti e il proprio tempo, ottenendo per altro in cambio una delle migliori esperienze ludiche degli ultimi decenni.

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