venerdì 4 novembre 2016
Medal of Honor: Warfighter - Recensione
Nota: Per godersi appieno questa recensione è consigliabile ascoltare in loop Castle of Glass, dei Linkin Park. (e magari dare un'occhiata al video ufficiale che trovate nel link).
Era da tempo che avevo in mente di farmi una seconda run a Medal of Honor: Warfighter (MoH:WF) per l'ottima impressione che mi aveva lasciato dopo la prima run, nonostante le pesanti critiche ricevute da questo gioco all'uscita. Purtroppo devo dire che riprendendolo in mano dopo 4 anni la mia impressione è totalmente mutata, e non solo perché il gioco è invecchiato maluccio, ma (e soprattutto) a causa di un gameplay povero ed a una realizzazione tecnica approssimativa.
Storicamente la serie Medal of Honor è legata alle vicende della Seconda Guerra Mondiale con ben 12 episodi (+ 2 espansioni) ambientati tra il 1939 e il 1945. Con gli ultimi due: Medal of Honor (2010) e Medal of Honor: Warfighter (2012), EA ha portato l'azione ai giorni nostri, facendo realizzare due giochi per celebrare i sacrifici degli uomini delle forze speciali che ogni giorno combattono una guerra fatta di operazioni segrete contro le organizzazioni terroristiche in tutto il mondo. Per farlo in maniera il più realistica possibile, EA si è avvalsa della consulenza di alcuni operatori dei Navy SEAL, il che, fra le altre cose, ha portato alla realizzazione di diverse missioni del gioco ispirate a fatti realmente accaduti (in MoH:WF tali missioni sono segnalate all'inizio). Quella che per EA sembrava una ottima idea ha però portato ad una marea di critiche e alle accuse (mai mosse ufficialmente) di minacciare la sicurezza delle truppe speciali sul campo.
Non voglio perdere tempo a descrivere la trama del gioco, (mi limito solo a dire che ritroveremo Mother, Preacher e Voodoo alle prese con il tentativo di sventare un piano terroristico che prevede di piazzare delle bombe), e passo invece ad esaminarne il gameplay, che è lo stesso identico di un Call of Duty: Modern Warfare qualsiasi: per la maggior parte del tempo vedremo l'azione dagli occhi del nostro operatore in una serie di operazioni speciali contro i terroristi. A spezzare la monotonia degli scontri a terra ci sono anche un paio di sezioni di inseguimento in auto, una fuga in gommone auto e una breve sezione di Rail Shooting a bordo di un elicottero.
In diversi punti del gioco dovremo eseguire azioni di Breach & Clear, ovvero la ripulitura di ambienti pieni di nemici tramite rapide irruzioni a fuoco: Il nostro operatore e i suoi compagni prenderanno posizione vicino alla porta e al nostro ordine la sfonderanno, lanceranno all'interno una granata Flash-Bang e faranno irruzione subito dopo lo scoppio. A questo punto il gioco entrerà in modalità Bullet-Time per un numero limitato di secondi, dandoci il tempo di eliminare i nemici presenti con colpi mirati. E' in queste sezioni che purtroppo appare in maniera evidente il primo dei grandi difetti di MoH:WF: La pessima precisione delle Hitbox. Durante il gioco capita infatti sovente di dover colpire più il bersaglio un numero troppo alto di volte per vederlo crollare a terra a causa del fatto che il gioco non registra i colpi come andati a segno correttamente.
I bot nemici metteranno a dura prova le nostre capacità, ma lo faranno utilizzando tutto il repertorio dei trucchi inseriti nel manuale dell'IA che gioca sporco: Mira infallibile, tempi di risposta degni di Superman, concentrazione di fuoco sul Player ignorando i suoi compagni bot etc... In MoH:WF troverete tutti i cheats utilizzati da chi non ha voglia o tempo di implementare una Intelligenza Artificiale degna di questo nome e miri a tirare fuori qualcosa di raffazzonato ma tutto sommato funzionante. La stupidità artificiale purtroppo non riguarda solo i bot nemici, ma anche quelli alleati, che più che aiutarci sono spesso un intralcio al movimento e al combattimento in quanto ci vengono addosso spingendoci via o ci passano davanti mentre stiamo sparando.
Anche esaminato dal punto di vista tecnico il gioco non brilla: Nonostante utilizzi il prestante motore Frostbite 2 (lo stesso usato in Battlefield 3) il gioco sembra più "vecchio" di molte produzioni coeve o addirittura precedenti. Inoltre in MoH:WF si notano diversi problemi di Texture Popping e (soprattutto) una pessima gestione dell'illuminazione, che invece in Battlefield 3 era qualcosa di spettacolare: Distinguere i nemici negli ambienti bui è molto complicato e se consideriamo che nel gioco saremo al buio molto spesso questo è un problema (a pensare male si potrebbe dire che è stato fatto apposta). Purtroppo neppure intervenire sulla regolazione Gamma aiuta, in quanto il settaggio non si può cambiare (almeno non facilmente) a causa di un bug nell'interfaccia del menù.
E' inoltre da segnalare il fatto che l'implementazione del sistema di controllo via Mouse e Tastiera è pessima e funziona a scatti impedendoci di fatto di poter mirare con precisione. Quest'ultimo problema è molto ben visibile quando si prende la mira tramite mirini ACOG o di precisione.
Non so darmi una spiegazione sul come mai tutti i problemi che ho elencato qui sopra mi siano sfuggiti durante la prima run oramai più di 4 anni fa. Sarà che allora era abituato a giocare prevalentemente Online oppure sarà che nel tempo trascorso ho sviluppato un palato più fine ma devo dire che questa nuova run appena conclusa mi ha lasciato solo con un gran amaro in bocca per quello che ritenevo un gioco ingiustamente criticato all'epoca. Visto il prezzo attuale molto contenuto (circa 10 euro in versione digitale su Origin) mi sento di dire che tutto sommato può valer la pena di acquistarlo se non lo avete giocato all'epoca e siete curiosi, ma non aspettatevi alcun capolavoro, semmai solo l'ennesimo (brutto) clone di CoD.
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