E' capitato spesso che si facesse un videogioco da un fumetto, come pure che da un videogioco fosse tratta una serie a fumetti. Ma e' mai capitato che da un fumetto si facesse un videogioco che e' anche un fumetto? Almeno una volta e' capitato con XIII, FPS del 2004 del quale andremo a recensire il remake del 2020.
Un uomo si risveglia su una spiaggia, e' ferito e non ricorda più nulla di chi sia ne di cosa gli sia capitato, salvo che qualcuno gli ha sparato mentre tentava di fuggire da una barca in navigazione. Dopo essere sfuggito ad un tentativo di omicidio da parte di un gruppo di loschi figuri senza scrupoli, il nostro smemorato cerca di recuperare la sua identità ed il suo passato. Unici indizi, la chiave di una cassetta di sicurezza e un tatuaggio con il numero romano XIII.
Fa molto The Bourne Identity vero? In effetti il fumetto da cui e' tratto il gioco e' ispirato al romanzo "Un nome senza volto" di Robert Ludlum, opera dalla quale e' tratta la serie di film con Matt Damon nei panni di Jason Bourne. Le similitudini pero' si fermano qui, visto che il nostro XIII (tredici), non e' un super agente segreto addestrato nell'ambito di un programma segreto della CIA ma bensì un infiltrato coinvolto in un complotto ordito da quella che e' a tutti gli effetti una setta segreta di personaggi potenti, il cui scopo e' rovesciare la democrazia negli Stati Uniti d'America.
XIII era ed e' un FPS con uno stile grafico tutto particolare: grazie all'uso del cel-shading la visione del mondo di gioco viene resa "fumettosa" pur mantenendo la sua tridimensionalità. La scelta di questa particolare tecnica grafica e' stata fatta appositamente per rendere l'esperienza di gioco molto simile alla lettura di un fumetto. A sottolineare ulteriormente questa analogia c’è il fatto che in particolari momenti la schermata di gioco viene suddivisa in riquadri che mostrano la stessa scena in momenti o inquadrature diverse, come appunto in un fumetto.
Passando ad esaminare il gameplay possiamo dire che XIII e' un FPS classico, con livelli lineari e medi-kit per ripristinare la salute del nostro personaggio (nessuna auto-rigenerazione come e' di moda negli ultimi anni). Gli scontri all'ultima pallottola con i nemici hanno la parte del leone ma il gioco non si riduce ad un bieco sparare a tutto ciò che si muove: in diversi livelli infatti dovremo obbligatoriamente tenere un basso profilo, cercando di rimarne il più possibile nascosti ed eventualmente eliminando i nemici che ci hanno individuato prima che possano attivare l'allarme (e cercando di nascondere i loro corpi).
Come ho accennato sopra, la salute del nostro protagonista non si rigenera da sola, ma sarà necessario cercare e usare i vari medi-kit sparsi per i livelli. Potremo inoltre dotarci di giubbotti ed elmetti antiproiettile, sempre consumabili, che ci aiuteranno ad aumentare la salute complessiva. Il gioco offre una buona varietà di armi, (si va dalle pistole ai fucili da assalto passando per balestre e lanciamissili), sebbene potremo trasportarne solo un certo numero e dovremo quindi operare spesso delle scelte sul cosa portarci appresso.
Cosa del tutto inspiegabile, tra un livello e l'altro il nostro inventario (armatura, medi-kit e armi) sarà resettato ad una dotazione base. Non ricordo se questa cosa fosse presente già nella versione originale ma e' tutto sommato fastidiosa, sebbene tutto sommato le armi siano disponibili in quantità. I nemici che andremo ad affrontare non sono particolarmente furbi e spesso non si accorgono della nostra presenza anche a pochissimi centimetri di distanza se passiamo fuori dal loro campo visivo di loro in modalità stealth.
Di contro sembrano essere perfettamente in grado di vederci a grandissima distanza e al buoi, oltre che di centrarci con precisione degna di un cecchino con qualsiasi arma possano avere in mano, grazie ad uno dei tanti piccoli trucchetti del bravo programmatore di IA, ovvero il barare in maniera spudorata. Spesso poi ci attaccheranno in massa e/o all'imporvviso, rendendoci la vita parecchio difficile senza pero' mai essere frustrante.
Come ci si aspetterebbe da un buon fumetto, vicenda narrata e' molto divertente appassionante, degna delle migliori spy-story: il presidente degli stati uniti e' stato assassinato e l'FBI ha le prove che e' stato lui ad ucciderlo. Ma le cose non sono come sembrano, dietro la morte del presidente c’è una setta segreta di 20 personaggi ai massimi livelli del potere e lui e' il numero 13... o forse e' ha solo la faccia del numero 13.
Veniamo invece alle dolenti note, ovvero i numerosi bug che infestano il codice. Ufficialmente a causa della pandemia, la patch day-one che oramai di consueto accompagna ogni release non era disponibile al day-one (stano che quelle per le versioni console fossero invece prontissime). Di conseguenza il gioco e' uscito in uno stato a dir poco pietoso che ha fatto imbufalire gli utenti e costretto gli sviluppatori a pubblicare un comunicato ufficiale di scuse.
La patch e' poi arrivata qualche giorno dopo, ma nel corso della mia partita (giocata proprio la build della prima patch) ho potuto comunque constatare che, per quanto giocabile, il codice presentava ancora parecchi bug, da scene di intermezzo mancanti, (o comunque riprodotte senza audio) , ad una IA non proprio eccelsa passando per un rag-doll decisamente rivedibile ed altri pasticci più o meno gravi. E' bene dire che in questi giorni e' uscita una seconda patch, nelle cui note si annunciano fix e miglioramenti vari, ma la loro efficacia non ho potuto ancora testarla.
Concludendo, questo remake di XIII mi ha convinto solo a meta': da una parte c'è un ottimo gioco del passato, con una grande storia, tirato a lucido con una grafica migliorata senza stravolgere lo stile particolare dell'originale, dall'altro ci sono bug a profusione e alcune scelte di gameplay decisamente rivedibili. L'esperienza merita, ma forse le 40 euro del prezzo attuale sono un po' troppe.
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