martedì 20 febbraio 2018
Avadon: The Black Fortress - Recensione
Pubblicato nel 2011, Avadon: The Black Fortess e' un RPG che incarna perfettamente lo spirito dei giochi dell'Old School, ovvero lasciar perdere la forma e concentrarsi piu' sulla sostanza. Pur essendo molto lineare, il gioco di Spiderweb Software brilla pero' per un ottimo setting e un combat system davvero impegnativo.
Va dato merito a chi ha scritto lo story board del gioco di aver abbandonato il fin troppo abusato cliché del "grande male che si risveglia" con annesso "prescelto dal destino chiamato a combatterlo" per una trama che sembra essere decisamente originale: Cinque delle nazioni del continente di Lynaeus hanno forgiato una alleanza chiamata "il Patto" che per secoli ha garantito pace e sicurezza gli abitanti dei territori che vivono sotto di esso. La fortezza di Avadon e la sede di un piccolo gruppo di agenti speciali il cui compito e' proteggere il Patto e la sua stabilità con ogni mezzo, inclusa l'eliminazione di tutti coloro che vi si oppongono o che possono costituire una minaccia. Il nostro personaggio e' una nuova recluta di Avadon e con il ruolo di "Mano" si troverà ad essere mandato in missione nei regni del patto per rispondere alle varie richieste di aiuto da parte della popolazione. Ma proprio quando saremo chiamati ad indagare su di una cospirazione contro il Patto, ci renderemo conto che le cose non sono così come sembrano: Redbeard, il signore di Avadon, e' de-facto una sorta di tiranno i cui fini non sono sempre nobili e chiari e che non esita ad usare la violenza in maniera indiscriminata...
Come impostazione di base, Avadon ricorda molto giochi come Ultima VI / VII o i più recenti titoli della serie Eschalon, trattasi quindi di un RPG a visuale isometrica con grafica tile-based e sistema di combattimento a turni. Giocando ci renderemo conto molto presto che il focus del gioco e' decisamente posto sugli scontri con i nemici, sebbene non mancheranno i dialoghi con vari NPC. In particolare il gioco offre una IA avversaria molto agguerrita, che utilizzerà in maniera molto efficiente (tanto da risultare spesso odiosa) le skill delle unità in suo controllo.
In particolare questa fa un uso abbastanza massiccio di buff e debuff e di effetti/incantesimi come stun, knock-back, charm, daze, entangling e paralisi, con il chiaro intento di bloccare, rallentare o anche far perdere turni al nostro personaggio ed i suoi alleati per massacrarci con calma. Se unite questo al fatto che il nostro party può essere composto da un massimo di 3 elementi (incluso noi) e che ben presto ci troveremo ad affrontare gruppi anche di una decina di nemici il quadro che ne viene fuori e' quello di un bel grado di sfida, anche a difficoltà normale.
Una nota particolare meritano gli scontri con i boss, scriptati in modo da farci affrontare situazioni molto complicate grazie ad esempio allo spawn periodico di NPC nemici che rendono invulnerabile con la loro presenza il boss bersaglio (e che quindi vanno eliminati alla svelta). O ancora boss che creano immagini speculari di loro stessi e si confondono con esse, obbligandoci periodicamente a perdere turni alla ricerca del vero bersaglio.
Da come l'ho descritto sembra che stia parlando di una versione vero-RPG di un Solus-like a caso ma per fortuna non e' così (anche perché a me i soluls-like proprio non piacciono). Per venire fuori si deve curare bene la crescita del nostro personaggio e dei suoi compagni, approfittando di ogni scusa per accumulare l'esperienza necessaria ad avanzare di livello svolgendo tutte le quest secondarie possibili ed esplorando ogni minimo anfratto delle varie mappe che incontreremo, ripulendole dai nemici. Dovremo anche cercare di migliorare il più possibile l'equipaggiamento a disposizione (frugate bene dappertutto) e, soprattutto, dovremo affrontare gli scontri pensando in modo creativo e sfruttando al massimo le abilità e le skills dei nostri eroi. Se tenete a mente questi semplici consigli vedrete che riuscirete a tenere testa abbastanza agevolmente a qualsiasi minaccia vi si pari davanti... (in tutti i casi salvate spesso la partita) .
Tecnicamente parlando, Avadon e' un gioco con una grafica molto semplice e scarna. Come ho già detto, il gioco usa un sistema di visualizzazione del terreno a tile, scelta che sicuramente ha agevolato il port e le performance su dispositivi mobile (e' disponibile anche per piattaforme iOS e Android), ma la parte artistica del gioco, sebbene abbia uno stile essenziale e pulito, non e' il massimo. In particolare i modelli dei personaggi e le loro animazioni sono abbastanza rigide e sgraziate (e lo si nota in particolare negli spostamenti). Decisamente troppo povero l'audio, che si limita ad una musica in loop e a qualche suono durante i combattimenti o altre azioni. Del tutto assenti i suoni ambientali e le voci nei dialoghi.
Una storia interessate e ben scritta, unita ad un conbat system che offre una bella sfida fanno di Avadon: The Black Fortress un buon RPG, sebbene non proprio adatto a tutti quanti. Il comparto tecnico non fa gridare al miracolo (per usare un eufemismo), ma se vi piacciono i giochi alla vecchia maniera allora non ne resterete delusi.
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