venerdì 29 aprile 2022

Divinity: Original Sin 2 - Recensione

 Tempi duri per gli Origomanti: a quanto pare l'Ordine Divino ha deciso che sono troppo pericolosi per essere lasciati andare in giro, meglio rinchiuderli un una bella isola prigione dove possono essere tenuti sotto controllo. Ma il destino cinico e baro, o la volontà di un singolo uomo di raggiungere i suoi obbiettivi, si metterà in mezzo ai propositi dell'Ordine e porterà un piccolo gruppo di Origomanti sulle tracce della vera storia dell'origine della Sorgente e della verità su un inganno antico quanto il mondo stesso...

 Divinity: Original Sin 2 (D:OS2) e' ambientato 1000 anni dopo gli eventi narrati nel primo capitolo: il nostro protagonista e' stato catturato (o si e' fatto catturare apposta?) dall'Ordine Divino ed e' in viaggio verso l'isola prigione di Fort Joy in quanto e' un Origomante, ovvero un individuo capace di controllate la magia della Sorgente. Purtroppo per gli Origomanti, l'Ordine ha scoperto che tali individui attraggono le terribili creature del Vuoto mettendo in pericolo chiunque sia nelle loro vicinanze e per evitare problemi ha deciso di confinarli sull'isola e obbligarli ad indossare uno speciale collare che inibisce i loro poteri, giusto per poterli tenere sotto controllo più facilmente.

L'avventura inizia con noi sulla nave ci sta trasportando a Fort Joy. Qui avremo giusto il tempo di conoscere gli altri potenziali componenti del party e svolgere le prime mini-quest, giusto per prendere confidenza con il gioco, che la nave verrà attaccata da un enorme mostro marino, che la farà naufragare e dopo essere scampati al mare in tempesta ci ritroveremo (sfiga) proprio sulla spiaggia di Fort Joy! Da qui inizierà la nostra avventura: il nostro personaggio dovrà cercare di fuggire (ovviamente), ma come ho già accennato potrebbe essersi fatto catturare per altri motivi, che richiedevano proprio la sua presenza a Fort Joy...

Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, all'inizio del gioco potremo decidere se creare il nostro personaggio da zero scegliendo tra la moltitudine di razze e classi disponibili nel gioco, o optare per sceglierne uno tra i sei predefiniti, che poi sono gli stessi con i quali andremo a comporre il nostro party: Bestia, Fane, Ifan, Lohse, il Principe Rosso e Sebille. Ciascuno di loro e' dotato di una sua quest personale che, nel caso scegliessimo di impersonarlo, fungerà da inizio della main quest

Il nostro parti può essere composto da un massimo di 4 personaggi incluso il nostro, cosa che, specie nei combattimenti, complica un po' le cose. Ad un certo punto del gioco sarà possibile rimaneggiare la composizione del party tornando alla nostra base (diversa da capitolo a capitolo). Una alternativa pero' e' quella di installare una delle varie mod disponibili su Steam, che permette di espandere il party fino a 6 elementi. 

D:OS2 e' un gioco di ruolo di impostazione classica, bastato su esplorazione e combattimenti, rigorosamente condotti a turni come piace a me. Questi ultimi non sono mai banali: l'IA avversaria fa un ottimo lavoro nell'utilizzare contro di noi le skills dei suoi mob, boss e demi-boss. Inoltre sfrutta molto bene l'ottima interazione ambientale disponibile nel gioco, esattamente come nel precedente capitolo. Cosa significa questo? Sostanzialmente che i nemici cercheranno, ogni qual volta possibile di sfruttare l'ambiente circostante per metterci in difficoltà: ad esempio, i nemici dotati di armi da lancio cercheranno di trovare un punto più in alto rispetto alla nostra posizione per colpirci più agevolmente e si allontaneranno quando cercheremo di avvicinarci loro. 

In più va ricordato che alcuni tipi di attacchi hanno effetti sull'ambiente: lanciare frecce-fulmine contro la pozzanghera su cui i nemici posano i piedi provocherà loro una bella scossa, cosi' come lanciare una freccia infuocata su una macchia d'olio o una nube di veleno provocherà una bella esplosione. Inutile dire che gli sviluppatori hanno molto giocato su questo punto, tanto che spesso, scontri in apparenza molto semplici si rivelano essere autentiche partite a Scacchi contro l'IA, dalle quali si esce fuori vittoriosi solo sfruttando bene le skills dei nostri eroi e rendendo pan per focaccia la gioco usando l'ambiente contro di lui ogni volta che e' possibile.

 Come da tradizione Larian, il mondo di gioco e' incredibilmente ricco di dettagli, lore e piccole chicche che si rivelano solo a chi ama passare ore ad esplorare i dintorni. D:OS2 usa una impostazione che può essere definita Open Word a macro aree: il mondo di gioco non e' continuo, ma in ciascuno dei 7 capitoli che lo compongono ci troveremo a muoverci su una mappa discretamente vasta, liberamente esplorabile per cercare e seguire quests. Potete letteralmente perdervi in D:OS2: i maniaci del completo al 100% devono prepararsi a 150+ ore di gioco!

Dal lato tecnico il gioco e' in full-3D, esattamente come D:OS1 ed e' stato implementato in maniera apparentemente impeccabile: nelle mie 66 ore di gioco totale non ho notato alcun bug. Il gioco non ha audio in Italiano, ma i dialoghi sono comunque sottotitolati e le voci del menu sono tradotte, rendendo il gioco perfettamente fruibile anche a chi non mastica la lingua della perfida Albione, perdendosi comunque l'ottimo doppiaggio dei personaggi.

 

Concludendo questo Divinity: Original Sin 2 e' un titolo in pieno stile Larian: grande storia e grande e profondo Lore, ma senza il loro solito problema della difficoltà alle stelle nella parte finale. Le 66 sei ore che e' durata la mia partita sono volate via lisce senza momenti di stanca o parti noiose, cosa che mi ha quindi lasciato decisamente contento dell'esperienza. Gioco quindi consigliatissimo a tutti gli amanti del genere: prendetelo e vedrete che non ve ne pentirete.

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