sabato 31 dicembre 2016

The Incredible Adventures of Van Helsing II - Recensione


Nel 2013 Neocore Games mise sul mercato The Incredible Adventures of Van Helsing, un RPG Hack & Slash di ottima fattura e poche pretese che riscosse un grande e meritato successo di pubblico e critica per la sua formula semplice e divertente. Cavalcando l'onda del successo ottenuto, nel 2014 Neocore ha pubblicato il seguito: The Incredible Adventures of Van Helsing II (TIAOVH2). Questa volta pero' le cose non sono andate così bene e il gioco si e' rivelato un clamoroso flop di pubblico...


Il gioco riparte esattamente la dove era terminato: Dopo aver sconfitto il folle professor Fulmigati e liberato la città di Borgova dalle mostruosità da lui create, Van Helsing e la sua spettrale compagna Lady Katrina si troveranno a dover fronteggiare l'armata del Generale Harker, il quale e' determinato a riprendere il controllo del regno di Borgovia. Aiutati da uno strano essere chiamato Prigioniero 7 e dall'esercito ribelle, Van Helsing e Lady Katrina si troveranno quindi a dover difendere il regno di Borgovia dalla nuova minaccia.

Trama a parte, TIAOVH2 e' del tutto simile al precedente capitolo dal punto di vista del puro Gameplay, rimanendo un RPG H&S con una interessante ambientazione a meta' tra il Gothic Noir e lo Steampunk. Detto questo Neocore ha inserito nel suo gioco qualche novità, tra le quali vale la pensa di segnalare 3 diverse Classi per il nostro eroe (Hunter, Taumaturge, Arcane Mechanic), un sistema di Skill Tree migliorato ed esteso (sia per van Helsing che per Katrina) e la gestione (seppur limitata) degli agenti della resistenza che possono essere assegnati a speciali missioni secondarie.

Come in ogni buon H&S, durante il gioco esploreremo grandi mappe (splendidamente realizzate) affrontando enormi orde di Mob e i loro boss e Demi-Boss, raccoglieremo tonnellate di bottino da rivendere o utilizzare per migliorare l'equipaggiamento nostro e della nostra compagna Lady Katrina, la quale fungerà sia da aiuto in battaglia che da "muletto" per trasportare (e rivendere in automatico) il loot che non ci interessa.


In TIAOVH2 ritroveremo alcune missioni di Tower Defense, simili a quelle del primo capitolo,  dove dovremo proteggere la Tana, la nostra base operativa sotterranea, o altre posizioni strategiche dalle ondate di assalto delle truppe nemiche che cercheranno di penetrarvi.Per fermarli potremo contare sulla nostra abilità di combattimento e su una serie di trappole che potremo piazzare sul percorso del nemico in modo da sfoltirne le fila.

Il lato tecnico del gioco e' buono, con modelli e mappe ben realizzati in uno stile semplice e pulito, ottimi effetti grafici e ben ottimizzato, tanto che il gioco gira senza incertezze a 60 fps costanti anche nelle fasi più caotiche. Da rivedere il sistema di controllo, che tende a incastrare il nostro personaggio e a farlo colpire a vuoto un po' troppo spesso.

Fino a qui sembrerebbe tutto ok, ma allora cosa rovina Van Helsing? A mio avviso il bilanciamento inesistente: Durante il primo atto il gioco sembra solo appena più difficile del predecessore (in effetti sin troppo facile), ma dal secondo atto del gioco si muore ogni 3x2 anche ai livelli di difficoltà più bassi. In effetti si incontrano spessissimo gruppi estremamente numerosi di mob che supportano nemici più pericolosi, i quali causano un enorme quantità di danno ad area (via incantesimi o esplosioni) che risucchiano molto velocemente la poca energia del nostro personaggio portandoci rapidamente alla morte se non ci allontaniamo alla svelta. Spesso poi si incontrano Demi-Boss più duri da abbattere che i Boss veri e propri.


Chiariamoci: non siamo di fronte ad un gioco intrinsecamente difficile (alla Dark Souls per intendersi), ne il numero elevato di insuccessi può essere imputato ad un errato approccio agli scontri da parte del giocatore (e' un H&S, c'è ben poca strategia da applicare). Semplicemente si tratta di una errata (o voluta) gestione del danno causato dai nemici al personaggio del giocatore, che alla lunga causa una eccessiva frustrazione. Peccato perché i numeri per farne un ottimo seguito c'erano tutti.


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