sabato 9 dicembre 2023

Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint - Recensione

 Cosa succede se il ricco ed eccentrico CEO di una industria hi-tech decide di affittare un isola deserta dal governo filippino e trasformarla in una splendida utopia nerd? Ovviamente il disastro, e per raccattare i cocci tocca chiamare i Ghost (e anche per loro non sarà così semplice)...

 E' passato qualche anno dagli avvenimenti narrati in Ghost Recon Wildlands, Jace Skell, CEO della Skell Industries, ha acquistato Auroa, un piccolo arcipelago di isole disabitate del pacifico, e lo ha trasformato nella sua utopia personale, ovvero un piccolo stato indipendente dove le industrie high-tech possono trasferirsi e assieme iniziare a costruire il Mondo 2.0, sviluppando nuove tecnologie eco sostenibili. Il core business della Skell è però quello di costruire droni per l'esercito americano, cosa che non tutti i Nerd che compongono la popolazione dell'isola è disposto ad accettare. I primi disordini forzano la mano a Skell, che nel tentativo di mantenere l’ordine si affida alla Sentinel, una compagnia mercenaria, che be presto però attua un colpo di stato e prende il completo controllo dell'isola per trasformarla nella loro personale fabbrica di armi.

 La perdita delle comunicazioni con l'arcipelago e l'affondamento di una nave che si era avvicinata alle sue coste spinge la difesa USA a mandare i Ghost ad indagare, ma gli elicotteri che li stanno portando a destinazione vengono attaccati da sciami di droni da combattimento, che abbattono tutti i velivoli. I pochi Ghost sopravvissuti vengono stanati ed uccisi dagli uomini della Sentinel, ma Nomad, il nostro protagonista, riuscirà a a raggiungere Erewhon, un piccolo insediamento nascosto che ospita uno dei gruppi di civili che si sono organizzati per combattere la Sentinel.

 Da qui inizia la nostra avventura: da soli, o con un gruppo di 3 compagni, dovremo aiutare i locali a sbarazzarsi della Sentinel e al contempo disabilitare i droni del sistema di difesa che protegge l'isola e scoprire chi c'è dietro i mercenari. Inutile dire che la cosa non sarà affatto semplice: tra le fila degli uomini della Sentinel ci sono molti ex-Ghost e a guidarli c'è una vecchia conoscenza del nostro protagonista... 

 Il gameplay di Ghost Recon: Breakpoint è sostanzialmente un ibrido tra quanto visto nel summenzionato Wildlands e nei due titoli della serie The Division: Il gioco è sostanzialmente un Looter-Shooter, Open World in terza persona con una spiccata propensione al multiplayer co-op: L'insediamento di Erewhon funge da hub sociale dove potremo conoscere altri giocatori con i quali uscire all'esterno per svolgere le varie missioni del gioco. Per chi invece, come me, è più un lupo solitario, si può scegliere se affrontare la Sentinel da soli, o con l'aiuto di 3 compagni guidati dalla IA come in Wildlands.

 Da soli o in compagnia, saremo comunque alle prese con un avversario più numeroso e molto ben equipaggiato, che una volta resosi contro della nostra presenza ci scatenerà addosso tutta la sua potenza di fuoco, che include droni da battaglia, cercando attivamente di stanarci e chiamando rinforzi se necessario. Ne va da se che il gioco invita ad un approccio il quanto più possibile stealth, anche se e' comunque possibile usare l'approccio Rambo. Io personalmente ho usato la buona vecchia accoppiata fucile di precisione + fucile d'assalto, cercando di rimanere nascosto quanto più possibile eliminando i nemici da lontano, che mi ha sempre dato molte soddisfazioni.

 Una delle parole chiave di questo gioco è personalizzazione: dalla divisa alle armi potremo personalizzare praticamente tutto secondo i nostri gusti, incluso ovviamente il nostro eroe. Da notare che, come in The Division, armi ed equipaggiamento hanno un "livello" che regola le loro caratteristiche, di conseguenza ci capiterà spesso di trovare o comprare una versione migliore di uno stesso pezzo per garantirci un upgrade. In particolare, con i giusti componenti e il relativi progetti (acquistabili a Erewhon o recuperabili in apposite casse sparse per le varie locazioni della mappa), potremo costruirci da soli delle versioni migliorare delle nostre armi preferite automaticamente livellate in base al livello del nostro personaggio.

 Come da tradizione Ubisoft, la mappa di gioco e' stata riempita di luoghi da esplorare e attività secondarie (e terziarie), in quantità tale che se dovessimo seguirle tutte finiremmo per perderci. A mio parere questa dispersività costituisce il difetto principale del gioco, al quale si può per fortuna porre rimedio concentrandosi sulla nostra missione, cosa che evita (o quanto meno mitiga) l'effetto noia che spesso segue il ripetersi continuo delle medesime attività.

 Dal punto di vista tecnico il gioco non e' male: modelli e animazioni sono molto ben fatti e hanno un buon livello di dettaglio che non penalizza il frame-rate, che sul mio sistema e' sempre stato ben sopra il 60 fotogrammi. Ottima anche l'IA, che come detto sopra fa un ottimo lavoro per complicarci la vita con un comportamento sufficientemente intelligente.

 Nonostante ci abbia messo parecchio tempo a capire questo gioco (la prima esperienza l'ho avuta anni fa su PS4), alla fine non posso che dire bene di Ghost Recon: Breakpoint: Auroa e' un bellissimo parco giochi ed esplorarlo e' decisamente divertente. Permane il difetto endemico della eccessiva dispersività, ma con un po' di buonsenso il problema può essere tranquillamente aggirato.

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